Il nostro viaggio nella penisola dello Yucatan inizia alle 3 del mattino, esattamente il giorno dopo il matrimonio. Quando suona la sveglia è quasi una mazzata ed è dura alzarsi dal letto ma ben presto l’entusiasmo prende il sopravvento ci aiuta ad essere svegli e pimpanti nonostante le poche ore di sonno. Siamo in gennaio ed è uno degli inverni più freddi e più piovosi che io mi ricordi, eppure nella nostra valigia ci sono solo abiti leggeri, canottiere, costumi da bagno e creme solari. Che meraviglia!
Il primo aereo parte puntuale dall’aeroporto di Palermo alle 6 del mattino e dopo 3 scali e 26 ore di veglia e non so quanti fusi orari arriviamo finalmente al nostro hotel di Cancun esausti ma soddisfatti. La lucidità mentale scarseggia, ho ancora addosso i miei abiti invernali ma qui fa caldo, sto cominciando a sudare ed ho solo voglia di dormire e di svegliarmi domani mattina con tutte le energie ricaricate, pronta per iniziare al meglio questa fantastica vacanza.
E così, dopo un sonno ristoratore, ha finalmente ha inizio il nostro viaggio nella penisola dello Yucatan. Fortunatamente il tour avrà inizio solo da domani, il primo giorno è interamente dedicato la relax. Quando si progettano bene le cose!
Sapete quando uno dice “Ah quanto mi piacerebbe un giorno farmi un bel viaggio ai Caraibi, sole, mare, relax, ecc…” e pensa che questo potrebbe non avvenire mai? Ebbene noi siamo ai Caraibi, è gennaio ed io mi sto facendo il bagno in acque dai colori meravigliosi per poi prendere il sole distesa su una spiaggia di sabbia bianca e finissima. Ma cosa voglio di più dalla vita?
La mattinata scorre nel relax più totale, senza pensieri, senza stress, senza progetti. Ci voleva proprio per recuperare le energie. Verso le 13 ci dirigiamo al ristorante dell’hotel, ordiniamo degli hamburger ed assaggiamo per la prima volta la salsa guacamole, salsa tipica messicana a base di avocado, con la quale è amore a prima vista! Non so quanta ne ho mangiata durante tutto il viaggio e devo dire che i tutti i posti dove abbiamo mangiato ce l’hanno sempre portata come antipasto. Mangiata con le tortillas o con i nachos è un vero spettacolo, ma anche a cucchiaiate in purezza è la fine del mondo!
Dopo pranzo faccio il primo avvistamento delle tanto temute iguane. Lo ammetto, ho una tremenda fobia per tutti i rettili, e temevo la presenza delle iguane, uno dei simboli del Messico. In effetti è praticamente impossibile non vederle ma, sono dappertutto ed in alcuni villaggi le mangiano pure. Ma sarà stata l’eccessiva paura iniziale, sarà stata la mia inaspettata presa di coraggio, sarà che ero preparata al peggio, devo ammettere che la loro presenza non mi ha infastidita più di tanto. Sono immobili e se si muovono lo fanno con una lentezza tale che posso facilmente gestirle. Certo ho evitato incontri ravvicinati, diciamo che mi sono limitata ad una pacifica convivenza a distanza.
Verso le 3 del pomeriggio, anziché sonnecchiare su una sdraio a bordo piscina, abbiamo la geniale idea di salire in stanza a fare un pisolino. Non l’avessimo mai fatto. Eh già perché secondo il fuso orario in Italia sarebbero le 10 di sera ed il nostro organismo non lo ha mica ancora capito che ci troviamo dall’altra parte del mondo. Cadiamo in un sonno profondo dal quale mi ridesto verso le 9 di sera, con il cielo oramai buio, una pioggia scrosciante e poco rassicurante e nulla da mangiare.
Quello del fuso orario sarà un problema che mi porterò dietro per tutta la durata del viaggio e che mi farà aprire gli occhi tutte le mattino alle 5 senza riuscire più a chiudere occhio. Giusto il tempo di abituarsi che è già ora di tornare a casa.
Ma questo è solo l’inizio!
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