Ebbene sì, l’ho fatto: ho cambiato nome al blog. Lo so che dal punto di vista tecnico e dal punto di vista di indicizzazione dei dati è un vero massacro, ma la mia è una scelta di cuore e non di testa. Anche perché la testa continua a dirmi: “Ma che hai fatto? Proprio ora che il sito stava cominciando a girare bene sui motori di ricerca. Stai buttando all’aria il lavoro dell’ultimo anno e mezzo…”.
In effetti ha ragione. E come darle torto? Dopotutto questo blog è nato nell’estate del 2017, a seguito di una serie di approfondimenti sul mondo del blogging, su come muoversi bene nella rete, come indicizzare al meglio i dati, come essere visibili… Tutte informazioni tecniche che mi sono state molto utili e che, con la dovuta pazienza e con molta attenzione, sanno ripagare gli sforzi. Tuttavia c’è sempre stata qualcosa che non andava e che non mi ha mai fatta sentire veramente libera del mio stesso operato.
Il nome del blog, Viaggi senza confine, l’avevo scelto perché doveva subito essere chiaro che si trattasse di un blog di viaggi. Non mi piaceva tanto ma aveva un significato preciso. Ogni articolo è stato pensato innanzitutto per venire incontro alle richieste dei lettori, perché se vuoi essere visibile devi soddisfare delle esigenze. E così parole chiave ben studiate, pubblicazione nei momenti più adatti, testi studiati ed elaborati con un certo criterio.
Tutto giusto e sacrosanto, se non fosse che in tutto questo percorso mi sono sempre sentita in gabbia. Io sono una che scrive di getto, a volte in modo impulsivo. Ma dovendomi attenere a delle regole molto rigide, dovevo di conseguenza ogni volta filtrare il mio pensiero, finendo per snaturarlo ed a volte svilirlo. Le poche volte in cui me ne sono fregata dei parametri ed ho seguito il mio istinto invece ne sono stata felice.
Per me conta molto l’autenticità e la spontaneità. Sia chiaro, non sto dicendo che il mio pensiero sia la verità assoluta e che tutti dovrebbero fare così. Sto solo dicendo che per me va bene in questo modo e che così voglio procedere. E pazienza se non diventerò mai un influencer, se non sarò famosa e non avrò migliaia di lettori che mi seguono. In fin dei conti non è mai stato questo il mio obiettivo.
E così addio a Viaggi senza confine e benvenuto a Le scarpe piene di passi, che era uno dei miei nomi preferiti anche un anno e mezzo fa, ma l’avevo scartato perché sembrava poco chiaro. Questo nuovo nome prende ispirazione da una canzone di Jovanotti, “Le tasche piene di sassi”, che è una delle mie preferite. Mi piace perché racchiude il senso del camminare, che è un po’ il tema portante del blog. La maggior parte dei miei viaggi infatti prevede lunghe camminate a piedi, sia in città sia per sentieri più naturalistici.
Ma il mio camminare è inteso anche in senso metaforico. Dopotutto la vita è un continuo cammino ed ogni percorso che inizia prima o poi finisce, per lasciare spazio ad un altro cammino, nuovo, intenso, diverso e con tanti riferimenti al passato. Forse non è un caso che questa mia scelta cada proprio al termine di un lungo periodo che, tra alti e bassi, tra gioie e tormenti, mi ha dato la possibilità di essere più consapevole e con le idee più chiare.
Ed allora nuovo percorso nuovo blog! E quel che accadrà domani lo scopriremo solo vivendo.
E voi avete mai fatto una scelta di cuore che era contro ogni regola della ragione?
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