Come può una catastrofe di immense proporzioni distruggere definitivamente e allo stesso tempo conservare eternamente? Può sembrare un paradosso eppure questo è quello che è accaduto con l’eruzione vulcanica del Vesuvio, avvenuta nel 79 d.C., che ha distrutto le città di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplontis. Sepolti da metri e metri di materiali lapidici queste città si sono conservate intatte nel tempo, come se fossero state congelate, per poi riaffiorare nel XVIII secolo, rivelando un mondo di cui si era a conoscenza solo nei testi scritti.
Una storia che ha dell’incredibile e che ha trasformato Pompei in uno dei siti archeologici più conosciuti e studiati al mondo. Con circa 3 milioni di visitatori all’anno, gli scavi archeologici di Pompei occupano il secondo posto nella classifica dei luoghi più visitati in Italia (preceduti solo dal Colosseo che di visitatori ne fa più di 5 milioni). E tra questi ci sono anche io che Pompei l’ho visitata per ben 2 volte. La prima volta 20 anni fa, durante un viaggio on the road con degli amici. Di quell’esperienza ricordo ancora nitidamente le emozioni provate: stupore e smarrimento. La seconda volta invece la scorsa settimana, durante un viaggio più consapevole, con l’ausilio di una guida turistica che mi ha consentito di approfondire l’importanza di questo sito. Che dire: se potessi ci ritornerei ancora!
In questo articolo voglio darvi alcune informazioni sulla visita di Pompei.
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- Storia di Pompei: dalla costruzione alla conquista romana
- La distruzione nel 79 d.C.
- Storia degli scavi
- Perché visitare Pompei
- Cosa vedere a Pompei
5.1 Il Foro
5.2 Le Domus
5.3 Il Lupanare
5.4 L’Anfiteatro
5.5 Il Quartiere dei Teatri
5.6 Le Terme
5.7 I Termopholia
5.8 i Calchi Pompeiani - Come visitare Pompei: consigli pratici
- Per completare la visita
Storia di Pompei: dalla costruzione alla conquista romana
Siamo in Campania, a soli 25 km da Napoli, ai piedi del Vesuvio, in una zona che 2000 anni fa si trovava a ridosso del mare. La città di Pompei viene fondata sulle sponde del fiume Sarno nell’VIII secolo a.C. dagli Osci, popolazione di stirpe italica che viveva nella Campania pre-romana. Come per tutte le città del centro Italia, anche la storia di Pompei si lega a quella di numerose popolazioni che per secoli conquistano, vengono conquistate, costruiscono, distruggono, influenzano e lasciano segni profondi: Greci, Etruschi, Sanniti e infine Romani. Del resto il territorio fertile, la vicinanza con il mare e con un fiume navigabile che permetteva di arrivare nell’entroterra, sono elementi che facevano gola a chiunque.
Nell’89 a.C. Pompei viene conquistata dai romani, con un esercito guidato da Silla e di cui faceva parte probabilmente anche Cicerone. Da questo momento in poi Pompei diventa romana a tutti gli effetti e i suoi abitanti ne diventano cittadini, con tutti i diritti che questo comporta. La città si arricchisce di numerosi edifici tipicamente romani e prospera grazie alla ricchezza dei suoi terreni e al fiorente commercio.
La distruzione del 79 d.C.
La storia della città di Pompei si interrompe bruscamente nel 79 d.C. a causa di un’eruzione vulcanica divenuta la più famosa al mondo, per tutta una serie di motivi che adesso scopriremo.
Una prima chiara avvisaglia dell’immane tragedia che di lì a poco si sarebbe abbattuta su tutta la zona la si era già avuta nel 62 d.C., a seguito di un violento terremoto che provocò grossi danni. Subito dopo iniziarono i lavori di ricostruzione e la vita sembrava a poco a poco tornare alla normalità, come se nulla fosse accaduto. Nuove scosse di terremoto si avvertirono nel 79 d.C. fino a quando dalla bocca del vulcano fuoriuscì una colonna alta 15 km di cenere, pomice e gas che cominciò a cadere sulla città, seppellendola sotto metri e metri di materiale. Durante quell’eruzione furono distrutte anche le città di Ercolano, Stabia e Oplontis.
Testimone diretto dell’accaduto fu Plinio il Giovane, che riuscì a salvarsi. Sorte diversa capitò invece allo zio Plinio il Vecchio, che purtroppo a Pompei trovò la morte.
Dopo la tragedia ci si rese conto che recuperare la vecchia città era un’impresa impossibile e per tale motivo i superstiti si trasferirono altrove, lasciando il ricordo di Pompei sbiadirsi nel tempo.
Storia degli scavi
Nel corso dei secoli successivi, a seguito di lavori fatti nella zona, furono rinvenuti resti di edifici che lasciavano intuire la presenza di una città sottostante. Ma solo nel 1738, per volontà del re Carlo III di Borbone, iniziarono i primi veri scavi archeologici nella zona di Ercolano, che poi si spostarono a Pompei a partire dal 1754. E così, poco alla volta, la città venne riportata alla luce rivelando le sue incredibili ricchezze e bellezze. La scoperta di Ercolano e Pompei destò grandissimo interesse in tutta Europa: ciò che più interessava era la scoperta di reperti artistici, come statue in marmo o bronzo, e le incredibili pitture parietali che finirono per influenzare la storia dell’arte in quel periodo.
Da allora, seppure a più riprese, gli scavi archeologici a Pompei continuano a riportare alla luce incredibili e preziose testimonianze.
Perché gli scavi archeologici di Pompei sono così importanti
Gli scavi archeologici di Pompei sono uno di quei luoghi che occorre vedere almeno una volta nella vita. E non esiste un solo archeologo che non sogni di lavorare qui. Ci si potrebbe chiedere perché Pompei è così importante e così amata. La risposta è molto semplice: in nessuna altra parte nel mondo possiamo toccare con mano e vedere in maniera così ravvicinata una città di 2000 anni fa, in così buone condizioni. L’organizzazione delle strade, le piazze, le case, i negozi, i luoghi di svago ci permettono di ricostruire in maniera sempre più dettagliata come si viveva a quel tempo e di visualizzare concretamente le descrizioni che abbiamo letto solo attraverso i testi classici latini.
Preziosissime sono le pitture parietali ad affresco rinvenute in moltissimi edifici. La pittura è proprio una delle tecniche che più di altre subisce il deterioramento nel corso del tempo, e per tale ragione ci rimangono pochissime testimonianze di pittura greca e romana. Qui a Pompei si sono conservate delle splendide pitture, molte ancora visibili nella loro collocazione originaria, altre esposte al Museo Archeologico di Napoli. Il rinvenimento di tali pitture ha permesso di coniare il termine di stile pompeiano e di individuare ben 4 stili differenti da collocare in diversi periodi storico-artistici.
Cosa vedere a Pompei
Riuscire a vedere tutta Pompei con una sola visita è impresa impossibile. In questo articolo vi voglio elencare alcune delle tappe fondamentali e significative. Badate, ribadisco il termine “alcune”, perché ci sarebbe davvero molto altro da vedere. Vi invito a guardare la fotogallery posta in fondo all’articolo per avere un’anteprima dei vari luoghi.
Il foro
Poco dopo l’ingresso di Porta Marina si trova il Foro, ovvero la piazza principale di ogni città romana, attorno alla quale si trovano gli edifici più importanti. Di forma rettangolare, è una tappa imperdibile a Pompei, anche per l’imponente presenza scenica. Attorno al Foro troviamo gli edifici municipali, la basilica, i templi di Apollo e Giove, il macellum e alcune botteghe. Da qui si può anche ammirare il Vesuvio e non è difficile immaginare la scena dell’eruzione.
Le domus
Numerosissime sono le abitazioni che si possono ammirare a Pompei. Alcune ancora in buono stato di conservazione, offrono la possibilità di comprendere come era strutturata la tipica casa romana, soprattutto se apparteneva a personaggi piuttosto facoltosi. Ovviamente quello che colpisce è la ricchezza dei pavimenti in mosaico e soprattutto le splendide pareti affrescate con colori accesi e scene di paesaggi, scene mitologiche, scene teatrali e molto altro ancora.
Da non perdere la Casa del Menandro, una delle più grandi, dove si può ancora ammirare il peristilio con il giardino interno e gli affreschi nelle pareti. Al suo interno è stato ritrovato un prezioso e raro servizio in argento, oggi al Museo Archeologico di Napoli; la Villa dei Misteri, forse la domus più famosa, dove si conservano gli affreschi meglio conservati di tutta la zona, il cui significato resta appunto ancora un mistero; la Casa dell’Efebo, con numerosi affreschi di soggetto mitologico; la Casa del Fauno, con quasi 3000 mq di estensione; la Villa di Diomede, uno dei primi edifici ad essere scavati; la Casa del Fauno; la Casa del Criptoportico.
Il lupanare
Tappa imperdibile per chi visita Pompei la prima volta è il lupanare, ovvero una casa di tolleranza. L’ambiente è formato da 5 stanze piuttosto piccole, con un letto in pietra sul quale venivano posizionate stuoie o materassi. La scomodità serviva a rendere l’intera operazione la più veloce possibile, per fare posto ad altri clienti. Ciò che caratterizza il lupanare sono i dipinti rinvenuti nelle pareti, con esplicite immagini sessuali. In realtà si trattava di una specie di catalogo che il cliente consultava prima di scegliere di quali servizi godere.
L’anfiteatro
L’anfiteatro di Pompei è il più grande tra quelli conosciuti del mondo antico. Poteva ospitare fino a 20.000 spettatori e si trova in una zona periferica della città, proprio per consentire l’afflusso di molta gente. Qui è dove hanno suonato i Pink Floyd.
Il Quartiere dei Teatri
Altra zona di svago a Pompei, oltre all’anfiteatro, erano i 2 teatri all’interno dei quali si svolgevano diversi spettacoli: il Teatro Grande poteva contenere finno a 5000 spettatori. Qui venivano rappresentate commedie e tragedie di tradizione greca e romana; il Teatro Piccolo invece poteva contenere fino a 1500 spettatori ed era destinato alla musica e alla poesia.
Le terme
A Pompei sono state rinvenuti ben 5 complessi termali pubblici, più una serie di terme private in alcune abitazioni. Tra gli impianti meglio conservati ci sono le Terme Stabiane, tra le più grandi e meglio conservate, dove è possibile anche comprenderne il funzionamento; le Terme del Foro; le Terme Suburbane; le Terme Centrali; le Terme del Sarno.
I Thermopholia
I termopholia sono quello che oggi potremmo definire osterie o tavole calde. Si tratta di locali in cui infatti veniva servito del cibo caldo che veniva conservato all’interno di giare incassate nei banconi. Ce ne sono davvero tantissimi.
I Calchi Pompeiani
I calchi pompeiani sono una delle attrazioni più significative ma allo stesso tempo più struggenti di Pompei. Se gli scavi archeologici ci danno un’idea della vastità della città e della sua distruzione dal punto di vista archeologico, i calchi ci mostrano la tragedia dal punto di vista umano. Si tratta di calchi in gesso che attraverso una tecnica particolare permette di ricostruire le fattezze dei poveri cittadini morti durante l’eruzione. E così li vediamo in fuga, mentre cercano riparo, mentre disperati si abbandonano al loro tragico destino. A me hanno destato una certa commozione. Li trovate all’Orto dei Fuggiaschi, l’Antiquarium, le Terme, l’Anfiteatro e la Villa dei Misteri.
Come visitare Pompei: consigli pratici
Quanto tempo occorre per visitare Pompei? Pompei non è certo un luogo che può essere visitato frettolosamente o in poco tempo. Stiamo parlando di un’intera città, con un’estensione di 440 mila metri quadri. Per visitarla tutta, in maniera approfondita, ci vorrebbero giorni e giorni e ovviamente per la stragrande maggioranza dei visitatori questo non è possibile. Occorre quindi fare una scelta, individuare quelli che sono i punti di interesse ed elaborare un percorso più semplice. Considerate non meno di 3 ore.
Come visitare Pompei? E’ possibile visitare Pompei liberamente, in maniera del tutto autonoma. All’ingresso vengono fornite delle mappe molto dettagliate di tutte le strade e gli edifici e seguendole risulta piuttosto semplice orientarsi. E’ possibile anche prendere un’audioguida che facilita molto la comprensione. Ma il modo migliore, secondo me, è fare una visita guidata con un esperto. Io ho scelto questa guida, organizzata da Askos tours, e mi sono trovata benissimo. Il tour è iniziato alle 10 del mattino ed è durato poco più di due ore. La nostra guida, Eduardo, molto prearata e simpatica, ci ha permesso di avere un’idea più chiara dell’organizzazione della città, del suo funzionamento e del tenore di vita. Per me è stata una guida preziosissima.
Ingresso e biglietto. Per visitare gli scavi archeologici di Pompei è necessario acquistare un biglietto di ingresso. Qui trovate tutte le informazioni relative ai giorni e gli orari di apertura. Potete acquistare il biglietto on line per velocizzare le operazioni, oppure acquistare i biglietti direttamente all’ingresso.
Esistono 3 ingressi posti in zone diverse della città: Porta Marina, Porta Esedra e Piazza Anfiteatro.
Abbigliamento consigliato. La visita degli scavi archeologici di Pompei può risultare piuttosto stancante, soprattutto durante il periodo estivo con le alte temperature. Considerate che per buona parte del tempo starete sotto il sole! Quindi è sempre consigliabile preferire un abbigliamento comodo e traspirante. Stessa cosa per le scarpe, meglio con suola di gomma e antiscivolo. Dopotutto camminerete su un pavimento di 2000 anni fa!
Si può mangiare all’interno degli scavi archeologici di Pompei? Esiste una sola area ristoro, dove è possibile acquistare panini, frutta, gelati, snack e bevande. Qui ci sono anche i bagni pubblici. Si trova alle spalle del foro.
Come arrivare a Pompei. Potete arrivare a Pompei in auto prendendo l’uscita dell’autostrada A3 Pompei Ovest, che porta direttamente agli scavi. Fate attenzione ai parcheggi che sono a pagamento (€ 2,00 l’ora). Ci sono anche parcheggi liberi ma occorre spostarsi parecchio dalla zona degli scavi. Potete utilizzare anche il treno nelle tratta Napoli-Sorrento.
Per completare la visita
Per completare la visita di Pompei ed avere un quadro più dettagliato della situazione, è possibile visitare anche gli scavi archeologici di Ercolano, che si trovano a pochi chilometri di distanza. Di dimensioni più ridotte sono più facilmente visitabili. E’ impressionante vedere a quanti metri sottoterra si trovi la vecchia città.
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