Fra tutti i castelli bavaresi il castello di Neuschwanstein, oltre ad essere quello più impronunciabile, è indubbiamente il più famoso, il più fiabesco, il più caratteristico ed il più visitato. Talmente bello che la Walt Disney lo ha usato come modello nel film di animazione “La bella addormentata”. Talmente famoso da attirare ogni anno da solo più di 1 milione di visitatori.
Il castello di Neuschwanstein è stato costruito sul pendio di una montagna, tra Fussen e Schwangau e domina dall’alto dei suoi 965 metri di altezza una splendida vallata, completamente immersa nel verde ed arricchita da diversi laghi, uno spettacolo della natura che sembra appena uscito da un libro di fiabe tanto che se all’improvviso vedessi spuntare uno gnomo o un folletto non ci troverei nulla di così strano.
Che il castello di Neuschwanstein sia il più visitato lo capiamo subito dalla fila lunghissima che dobbiamo fare per prenotare la visita guidata ed entrare. Dopo un’ora e mezza di attesa, dopo avere praticamente visionato tutti i negozi di souvenirs lungo la strada, dopo avere ascoltato le lamentele degli unici italiani presenti tra centinaia di persone che guardacaso si sono venuti a piazzare proprio dietro di noi, dopo avere acquistato alla modica cifra di € 10 un ombrello che difficilmente sopravviverà alla giornata, finalmente alle 13 riusciamo a prenotare la nostra visita guidata in italiano per le 17,30. E lo so, mancano ben 4 ore e 30 prima di allora ma è l’unica possibile e non abiamo alternative.
Quello che si apre davanti a noi è un lungo e panoramico sentiero in salita, attraverso il rigoglioso bosco, che può essere percorso in 2 maniere: a piedi oppure in carrozza. Sebbene la carrozza abbia un certo fascino preferiamo camminare, dopotutto siamo abituati a percorrere km e km ogni giorno e poi il lungo margine di tempo a disposizione ci permette di poterci muovere con tutta calma.
L’aria è fresca, la temperatura si aggira intorno ai 13 gradi, una leggera pioggerellina ogni tanto bagna la strada e la gente guarda quasi divertita le nostre fotocamere protette da piccoli sacchettini per il freezer. Ridete, ridete, ma questa è stata una trovata geniale.
Lungo la strada, ad appena 1 km da Neuschwanstein, si incontra un altro castello, quello di Hohenschwangau, costruito tra il 1832 e il 1836, dove Ludwing trascorse la sua infanzia e la sua giovinezza. Ma il re, nelle sue manie di grandezza, giudicava troppo modesto questo castello ed è per questo che si era lanciato nella costruzione di un castello molto più maestoso, ricco e appariscente come quello di Neuschwanstein.
Dopo esserci entusiasmati come due bambini alla vista di uno scoiattolino che ha attraversato la strada, dopo avere mangiato l’ennesimo panino con wustel, finalmente arriviamo davanti il castello, bellissimo, grandissimo, a picco sul pendio e circondato da decine e decine di persone che tentano di fare la foto più bella.
Il castello è talmente grande ed imponente che lì, ai suoi piedi, ci sentiamo molto piccoli, quasi invisibili. Per potere godere di una migliore visuale del castello ci incamminiamo sul ponte di Maria, un ponte in legno sospeso sopra una cascata, forse poco adatto a chi soffre di vertigini ma assolutamente imperdibile.
Questo posto è meraviglioso, le bellezze della natura si fondono con quelle artistiche e architettoniche, come se il tutto esistesse da sempre in perfetta armonia. L’entusiasmo è tale da spingermi ad andare oltre, a non accontentarmi di questa visuale così facilmente accessibile, ad andare dentro il bosco, dentro sentieri tortuosi non più tracciati, in mezzo a radici di alberi che spuntano da tutte le parti tra terra e fango. Ed è proprio lì, dove in pochi si avventurano, che ho scattato la foto del castello che vedete all’inizio di questo articolo. Forse la visuale non ha aggiunto nulla di diverso a quella ottenuta dal ponte, ma l’idea di essermi conquistata questa posizione, di averla fortemente voluta e cercata, di averla ottenuta anche con fatica, aggrappandomi alle radici per non perdere l’equilibrio, sotto gli occhi divertiti di chi invece è abituato a camminare con disinvoltura tra questi pendii e non è vittima della paura di scivolare giù: ebbene tutto questo mi farà per sempre ricordare l’emozione provata in questi luoghi magici.
Quasi non ci accorgiamo del tempo che passa che, toh, è già ora della nostra visita guidata. A differenza degli altri castelli qui non c’è una guida vera e propria ma solo una voce registrata che parte non appena entriamo in una stanza e ci racconta alcuni episodi chiave della vita di Ludwing. La stanza più suggestiva è quella dove Ludwing fu arrestato, dichiarato insano di mente e portato via da quella che avrebbe dovuto essere la sua opera più imponente.
Dopo pochi giorni il re viene trovato morto annegato nel lago di Stamberg e dopo poche settimane il castello viene aperto al pubblico, profanando quel desiderio di silenzio, pace e tranquillità al quale il re aspirava da tutta una vita.
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