L’amica geniale: la storia di un’amicizia nella Napoli dal secondo dopoguerra ad oggi

L’amica geniale: Dai romanzi della Ferrante alla fiction, il successo di una storia che racconta di una profonda ed indissolubile amicizia nella Napoli dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri.

Quando poco più di un mese e mezzo fa ho iniziato a leggere L’amica geniale, mai e poi mai avrei pensato che in così poco tempo mi sarei letta tutti e 4 i romanzi della saga. Pur essendo un’assidua lettrice, solitamente i miei tempi di lettura sono molto più lenti e riflessivi, ma questa volta, complice una trama molto accattivante, una scrittura piacevole ed intelligente e dei personaggi ai quali è stato impossibile non affezionarsi, ho divorato ogni volume con vorace curiosità. Per quei pochissimi che ancora non lo sapessero, L’amica geniale è una saga composta da 4 romanzi, pubblicati tra il 2011 ed il 2014 da Elena Ferrante, che raccontano l’amicizia tra 2 donne, nate e cresciute in un vecchio rione di Napoli, dall’infanzia fino alla vecchiaia. La saga ha avuto un successo planetario di proporzioni talmente vaste che di recente è stata realizzata una fiction, prodotta da Rai, TimVision ed HBO, che è andata in onda in contemporanea in Italia e negli Stati Uniti.

I quattro romanzi della saga sono:

  1. L’amica geniale (2011)
  2. Storia del nuovo cognome (2012)
  3. Storia di chi fugge e di chi resta (2013)
  4. Storia della bambina perduta (2014)

Elena e Lila: la storia di un’amiciza “necessaria”


Lila ed ElenaElena e Lila non potrebbero essere più diverse di così. Elena è riflessiva, giudiziosa, seria, sempre attenta e misurata in tutto quello che dice e che fa, insicura e titubante; Lila al contrario è più impulsiva, irrazionale, istintiva, diretta, totalmente incurante di apparire il più delle volte sgarbata ed aggressiva. Così diverse eppure così profondamente amiche, perché spesso i legami più forti sono quelli che si basano sulla complementarietà, sulle nostre personali lacune che l’altro sembra invece superare con brillante naturalezza, sul bisogno di sentirsi completati. Ad accomunarle una spiccata intelligenza che, in un rione abitato da camorristi e povera gente che a malapena riesce a portare il cibo in tavola, e dove le donne non hanno voce in capitolo ma devono sempre fare quello che viene imposto loro dagli uomini, sembra più una condanna che un dono. Sognano grandi cose, sognano di diventare ricche grazie alla loro intelligenza, sognano di cambiare il mondo. Ma la vita le metterà di fronte a dure prove, momenti difficili e dolori che segnano nel profondo ed a volte ti fanno desiderare di non essere mai nato.

L’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi


Questa, molto in sintesi, è la storia de L’amica geniale. A fare da sfondo alle vicende di Elena e Lila c’è l’Italia, c’è Napoli, c’è il loro rione, che affrontano il tormentato periodo che dal secondo dopoguerra ci porta ai giorni nostri. Assistiamo così all’avvento delle prime automobili, del telefono, della televisione, dell’acqua calda che esce dal rubinetto, dei primi computer, di internet; assistiamo alle lotte comuniste per i diritti dei lavoratori, alle lotte femministe per i diritti delle donne, alle lotte per la libertà sessuale; assistiamo ai discorsi dei salotti per bene, frequentati da borghesi e letterati che vogliono cambiare il mondo con chiacchiere pompose e troppo teoriche. Ogni pagina è impregnata di sentimenti e di emozioni umane: passione, rabbia, violenza, invidia, affetto, amore, gelosia, tormento, voglia di riscatto, desiderio di potere, annichilimento, gioia, dolore, entusiasmo, depressione, avidità.
Ciò che rende questa vicenda così avvincente è la sua precisa contestualizzazione, il modo quasi naturale di intrecciare le vicende personali dei protagonisti con la storia.

La vera forza dei personaggi


Ogni personaggio è così realistico, così ben sfaccettato, così autentico che a volte ho avuto l’impressione di averli conosciuti per davvero.  Ed ora che ho terminato di leggere tutta la storia mi mancano, mi chiedo continuamente come stanno, come vivono, se hanno ancora problemi, se sono felici… Tutti questi personaggi, dai più positivi ai più negativi, che a volte sembrano sparire e che poi tornano in vari momenti della storia, sono uno dei punti di forza del romanzo.

Oltre ad Elena e Lila impariamo a conoscere Nino, ragazzo intelligente, perspicace, arguto, ambizioso, conteso tra Lila ed Elena, che col tempo si rivelerà essere una cocente delusione; i fratelli Solara, belli, ricchi e potenti, che incarnano il male assoluto; Stefano Carracci, figlio del temutissimo Don Achille, che per tutta la vita cercherà di somigliare ma allo stesso tempo essere diverso dal padre; Pasquale, il ragazzo comunista, buono, altruista, generoso, ma vittima dei suoi stessi ideali; Enzo, il figlio del fruttivendolo, introverso e di poche parole, ma capace di grandi gesti d’amore; Antonio, che da sempre deve fare i conti con la pazzia della madre e che col tempo finisce con l’accettare la sua condizione di vinto, di persona che non deve avere pensieri e deve solo eseguire ordini; Alfonso, il ragazzo gay, bello, colto, dai modi educati e raffinati, che col tempo non può più nascondere la sua sessualità E poi ci sono le donne, come Ada a Gigliola, che cercano di accaparrarsi gli uomini più ricchi ed influenti, per assicurarsi una vita agiata ma che non risparmierà loro dolori e sofferenze; Mariarosa, che cercherà di incarnare il ruolo della donna moderna, emancipata, che salta da una relazione all’altra, ma che alla fine sarà sopraffatta da un amore sofferto; Nadia, che né il bell’aspetto né la vita agiata hanno salvato dall’infelicità e dalla voglia di distruggere e distruggersi.

La Napoli dell’amica geniale


La Napoli che ci racconta Elena Ferrante è una città ricca di contraddizioni. Le sue impareggiabili bellezze, tanto ammirate dai cittadini di tutto il mondo, finiscono per essere ignorate o sottovalutate dai suoi stessi abitanti, che invece devono fare i conti con l’altra faccia della medaglia.  Tra degrado, sporcizia, abusivismo edilizio, mala sanità e delinquenza, sembra proprio che non ci siano speranze.  E nel piccolo rione, dove si concentra la vita dei protagonisti, questi aspetti negativi trovano la loro concentrazione massima: chi cerca di ribellarsi e di cambiare la propria condizione, finisce per vivere di rabbia, di frustrazioni e di insoddisfazioni; chi si rassegna è solo una pedina di un destino che sembra già scritto.
Nel corso degli anni però qualcosa sembra cambiare, e sia Lila che Elena finiranno per guardare le evoluzioni della città che, nonostante tutto, sembra volersi risollevare.

Oggi Napoli è una città che conserva ancora le sue infinite contraddizioni ma che sembra avere trovato anche il modo di amarsi e di farsi amare. È una città che sa emozionare e trasmettere molto, che non lascia indifferenti, sia per le sue infinite bellezze, sia per le sue atmosfere, sia per la sua storia che si respira ad ogni angolo. Qui il mio personale racconto del mio viaggio a Napoli lo scorso anno.

Il mistero di Elena Ferrante


Su Elena Ferrante si sa poco e niente. Sappiamo che questo non è il suo vero nome e che ha scelto l’anonimato per una questione di privacy. Sappiamo che ha già pubblicato altri romanzi di successo come L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura e molti altri, ed alcuni di questi sono anche arrivati sul grande schermo. Sappiamo che in molti hanno cercato di indagare trovando nomi piuttosto papabili, ma al momento non vi è nulla di certo.

Informazioni su Giusy Vaccaro 104 Articoli
Laureata in Beni Culturali , attualmente sto proseguendo gli studi in Storia dell'Arte presso l'Università di Palermo. Dopo aver accumulato molti anni di esperienza nel settore dell'informatica, ho deciso di seguire la mia passione per la cultura e il territorio, fondando il blog ioamolasicilia.com, dedicato alla valorizzazione della Sicilia. Sono inoltre presidente dell'Associazione Culturale Pantarei che promuove eventi culturali e iniziative artistiche.

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