
Scopri la figura rivoluzionaria di Édouard Manet, il precursore dell’Impressionismo che ha cambiato per sempre la storia dell’arte, tra scandali, Salon e capolavori
L’Impressionismo è, ancora oggi, una delle correnti artistiche più amate dal grande pubblico. Quelle pennellate rapide e leggere, i colori vibranti e la rappresentazione della vita quotidiana nella Parigi di fine Ottocento suscitano nello spettatore un senso di serenità e leggerezza che tuttavia non scade mai nella banalità o nella superficialità.
Nomi come Monet, Renoir, Degas sono familiari anche a chi non è esperto d’arte. E anche se a volte non sappiamo dire con certezza chi abbia dipinto cosa, riconosciamo al volo quello stile così unico e poetico.
Ma ogni rivoluzione ha un’origine, nessun cambiamento nasce per caso. Ben prima che gli Impressionisti si affrancassero dal Salon ufficiale per creare le loro mostre “fuori sistema”, c’era già stato un artista che aveva sfidato l’autorità accademica con i suoi quadri audaci. Quel pittore era Édouard Manet.
In questo articolo ti porto a scoprire chi era davvero, perché le sue opere sono state così rivoluzionarie, e in che modo — pur non essendo mai stato “un impressionista” — Manet ha cambiato per sempre la storia dell’arte.
- Chi era Manet e come nasce il suo stile
- Accademie e Salon: il sistema dell’arte al tempo di Manet
- Le opere di Manet che suscitarono scandalo
Le Déjeuner sur l’herbe
L’Olympia - Manet in padre dell’impressionismo che non fu mai impressionista
- Altre opere di Manet e dove ammirarle
Chi era Manet e come nasce il suo stile pittorico
Manet nasce a Parigi nel 1832 e fin da giovane manifesta un grande interesse nei confronti dell’arte. I genitori, membri dell’alta borghesia, vorrebbero avviarlo alla carriera di magistrato o a quella di capitano navale di lungo corso, ma ben presto devono arrendersi a malincuore e assecondare la passione del figlio che trascorre le sue giornate al Louvre, ammirando i grandi capolavori qui esposti.
Affascinante, carismatico, elegante, sicuro di sé e dotato di una grande personalità, compie diversi viaggi per ammirare da vicino le opere dei grandi artisti e ricopiarle a scopo di studio. A Parigi frequenta i café, i teatri, i boulevard e si circonda di amici che lasceranno un segno nella storia come lo scrittore e critico d’arte Émile Zola, il poeta Charles Baudelaire, il fotografo Nadar, il compositore Jacques Offenbach e i pittori Monet, Renoir, Degas, Morisot, Bazille e tanti altri.
Il pittore della vita moderna

Dipinge le sue opere che si discostano molto dall’imperante stile accademico di quel tempo. Manet non vuole più dipingere veneri, ninfe, divinità mitologiche e scene di battaglie. Manet vuole raccontare la vita moderna della classe borghese di Parigi, vuole raccontare gli ambienti che lui vede e frequenta, e lo vuole fare con uno stile pittorico anch’esso moderno.
Nel dipinto La Musique aux Tuileries possiamo già vedere come alcuni volti sono appena accennati, come molti dettagli siano trattati in maniera superficiale e frettolosa. Manet non sapeva dipingere oppure si tratta di una scelta stilistica? La risposta ce la fornisce Baudelaire nel suo saggio Il pittore della vita moderna pubblicato nel 1863: la vita moderna è veloce e frenetica, e per tale ragione anche la pittura che la ritrae deve essere veloce.
Manet propone regolarmente le sue opere al Salon ufficiale ma molte verranno respinte proprio a causa del suo stile troppo rivoluzionario e dei contenuti considerati scandalosi. Eppure saranno proprio alcune di queste opere rifiutate a cambiare il corso della storia dell’arte.
Accademie e Salon: il sistema artistico dell’epoca
Al tempo in cui visse Manet erano le Accademie a decidere cosa era arte e cosa no, e soprattutto erano i membri delle accademie a decidere cosa andava esposto ai Salon ufficiali. Gli artisti infatti proponevano le loro opere che dovevano rientrare in una delle 5 categorie principali:
- pittura storica
- ritratti
- paesaggio
- natura morta
- pittura di genere.
Molta attenzione era posta anche allo stile pittorico. Le opere più apprezzate erano quelle che rappresentavano la realtà in modo realistico, che ponevano attenzione alla prospettiva, alla tridimensionalità, ai dettagli, insomma a quella pittura definita proprio per questo accademica.
Le opere di Manet che suscitarono scandalo
Le Déjeuner sur l’herbe

Nel 1863 Manet propone per l’esposizione al Salon di quell’anno la sua opera più famosa e chiacchierata, Le Déjeuner sur l’herbe (Colazione sull’erba). Opera che viene rifiutata per diversi motivi.
Partiamo dallo stile, decisamente poco accademico. Le pennellate sono poco precise, non c’è profondità, l’immagine è troppo bidimensionale e siamo lontanissimi da quella precisione realistica che le giurie dei Salon apprezzano molto. Ma a creare scandalo è soprattutto l’immagine della donna nuda in primo piano, un’immagine ritenuta quasi pornografia.
Eppure di donne nude nell’arte se ne sono sempre viste tante, fin dalla nascita della pittura, e in quello stesso anno viene accettata una nascita di Venere del pittore Alexandre Cabanel che mostra proprio una donna nuda distesa sulle acque. E allora perché l’opera di Manet è così scandalosa?
La risposta è molto semplice: Manet non ci sta proponendo un’immagine classica ma una scena di vita quotidiana, in cui due giovani studenti, anziché studiare come si aspetterebbero i loro genitori, trascorrono il tempo in compagnia di una prostituta (interpretata dalla modella Victorine Meurent) che tra l’altro guarda verso lo spettatore con sguardo sicuro di sé e poco remissivo. Un affronto tale che non poteva essere giustificato neppure dal modello a cui si ispirò Manet, ovvero Il concerto campestre attribuito a Tiziano o a Giorgione, presente al Louvre.
La Colazione sull’erba finì, insieme a tanti altri dipinti, nel Salon des Refusés (il salone dei rifiutati), organizzato per volontà di Napoleone III per accontentare i numerosi artisti che proprio quell’anno erano stati rifiutati dal Salon ufficiale. Molti accorsero al Salon des Refusés proprio per vedere l’opera di Manet, che destò scandalo e tante risate derisorie, ma di fatto aprì la strada ad un nuovo modo di concepire l’arte che ispirò numerosi artisti giovani che volevano rompere con la tradizione.
Olympia

Nel 1865 Manet presenta un’altra opera, l’Olympia, che questa volta non viene rifiutata. Lo stile è rimasto lo stesso della Colazione sull’erba. Ancora una volta Victorine Meurent interpreta una prostituta, ancora una volta si mostra completamente nuda e ancora una volta guarda direttamente negli occhi lo spettatore. Manet non rinuncia al richiamo delle opere classiche e cita ancora Tiziano nella Venere di Urbino. Ma se la Venere di Tiziano ha uno sguardo docile e per certi versi più remissivo, l’Olympia di Manet è una donna sicura di sé e del suo potere sugli uomini, e regge lo sguardo senza mostrare nessun timore.
E’ una donna moderna quella che ci presenta Manet, sebbene lo sguardo sia sempre quello maschile. E’ una donna che ha deciso di non sposarsi e di mantenersi da sola, che riceve regali dai suoi amanti, che può permettersi una serva e che è padrona della sua vita.
L’Olympia è forse più scandalosa della Colazione sull’erba, tuttavia i tempi sono cambiati e rifiutare quest’opera significherebbe ricreare lo stesso scandalo della Colazione sull’erba.
Manet, il padre dell’impressionismo che non fu mai impressionista
Manet frequentava assiduamente i pittori impressionisti come Monet, Degas, Renoir, Pissarro, che incontrava regolarmente al Café Gurbois o al Café de la Nouvelle Athenes. Frequentava Berthe Morisot, che fu sua modella ma soprattutto prolifica pittrice del movimento impressionista. Manet ispirò tutti questi artisti ma non fu mai impressionista.
Rimase infatti legato al sistema dei Salon che per lui rappresentavano l’unico vero spazio di visibilità. Non partecipò a nessuna delle 8 mostre che gli impressionisti organizzarono autonomamente e continuò a proporre le sue opere ai Salon che a volte venivano accettate e a volte venivano rifiutate.
Manet era consapevole che la sua arte era rivoluzionaria, lui stesso voleva attaccare quel sistema e mostrare al mondo intero quanto fosse oramai obsoleto e superato, ma voleva farlo dall’interno, senza uscirne fuori. E se oggi parliamo di lui e del peso enorme che ebbero le sue opere, allora possiamo dire che riuscì in pieno nel suo intento.
Altre opere di Manet e dove ammirarle
Molte opere di Manet si possono ammirare oggi al Museo D’Orsay di Parigi. Oltre ai già citati Colazione sull’erba e Olympia, si possono ammirare Il pifferaio (1866), Il balcone (1868-69), L’asparago (1880).
Alla Courtauld Gallery di Londra si può ammirare Il bar delle Folies-Bergère (1882), ultima grande opera realizzata poco prima di morire.
Sempre a Londra, alla National Gallery si possono ammirare oltre al già citato La Musique aux Tuileries (1862) anche il ritratto di Eva Gonzales, l’Esecuzione di Massimiliano, Donna con gatto e Angolo di un café concerto.
Alla National Gallery of Art di Washington si trovano La ferrovia (1872-73) e Il vecchio musicista (1862).
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